L’uso della curcuma nella riduzione del colesterolo

L’uso della curcuma nella riduzione del colesterolo


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Negli ultimi decenni la relazione tra il rischio di malattie cardiovascolari e il consumo di alimenti specifici sta acquisendo sempre più rilevanza. Oltre alle indicazioni classiche di esclusione di alcuni alimenti con effetti dannosi, oggi si raccomanda l’inclusione di alimenti salutari che sono alla base di un nuovo approccio proposto per la prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari. Oltre a frutta e verdura, cereali integrali, legumi , frutta secca e semi oleaginosi, un importante ruolo nella riduzione del colesterolo viene dall’utilizzo di alcune spezie.

Prima tra tutte quella che da un punto di vista salutare può essere considerata la regina delle spezie, la curcuma. La curcuma è considerata l’oro dell’India, grazie alla salute invidiabile delle persone che ne fanno un uso quotidiano in cucina ma anche grazie al suo emergente ruolo, a livello scientifico, di strumento di cura naturale. La curcuma è un alimento di base della cucina indiana, è presente quasi in ogni piatto che attraversa la tavola, ed è la spezia che conferisce il tipico colore giallo al curry.

Circa trent’anni fa gli scienziati osservarono che l’incidenza di malattie croniche nella popolazione indiana era notevolmente più bassa di quella dei paesi occidentali, e la misero in relazione con l’importante consumo quotidiano della spezia, che già avevano notato. Pertanto iniziarono a studiare le capacità curative e di prevenzione della curcuma, che vennero attribuite al principio attivo che la caratterizza: la curcumina, un composto che esplica una potente azione antiossidante e antiinfiammatoria, come dimostrato da migliaia di studi condotti su animali e su esseri umani. La curcuma svolge molteplici azioni terapeutiche, non a caso è stata utilizzata per oltre duemila anni dai guaritori indiani e cinesi per trattare diverse malattie, dal cancro alle malattie cardiovascolari.

La medicina Ayurvedica, l’antico sistema medico indiano, tratta i disturbi di cuore con preparati a base di curcuma e suggerisce il consumo regolare di curcuma per ridurre il colesterolo. Le ricerche moderne hanno ampiamente dimostrato che la curcumina esplica un’azione protettiva sul cuore, collegata alla sua attività antiossidante. Infatti lo stress ossidativo, dovuto a un eccesso di radicali liberi (sostanze che normalmente produciamo durante il metabolismo del corpo e che aumentiamo a causa dell’inquinamento, del fumo, dello stress, dell’alcol, dei farmaci, …), può causare un danno cellulare che porta a diverse malattie croniche tra cui quelle cardiovascolari. Le sostanze ad azione antiossidante, come la curcumina, sono molecole che proteggono le cellule del corpo di danni dei radicali liberi. Per questo oggi si trovano in commercio capsule e compresse a base di curcumina da usare come integratore per differenti problemi di salute collegati allo stress ossidativo e per l’azione “anti-colesterolo”. Diversi studi dimostrano l’efficacia della curcumina sotto forma di integratore alla dose di 500 mg al giorno nel ridurre i livelli di colesterolo LDL (il “colesterolo cattivo”), aumentandone contemporaneamente i livelli di colesterolo HDL (quello “buono”), già in una sola settimana.

La curcumina sembrerebbe agire a livello epatico favorendo l’escrezione delle lipoproteine a bassa densità (LDL), che trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti periferici, e stimolando il fegato a produrre più bile contribuendo così a eliminare il colesterolo in eccesso. L’effetto protettivo della curcuma si manifesta a dosaggi ben inferiori di quelli utilizzati nei comuni integratori, ma solo se consumata con costanza nel tempo. Grazie ad un suo uso quotidiano in cucina, come ci insegna la tradizione orientale, se ne traggono grossi benefici per la salute. E’ stato stimato che in India un individuo ingerisce mediamente un cucchiaino di curcuma al giorno ripartito sui tre pasti, una quantità sufficiente affinché gli indiani godano di buona salute e presentino un’incidenza inferiore delle malattie croniche tipiche dei paesi occidentali.

Insieme ad aglio, zenzero e cipolla la curcuma ha dimostrato di essere uno degli alimenti più efficaci nella riduzione del colesterolo “cattivo” (LDL) e dell’aggregazione piastrinica.

Come utilizzare la curcuma in cucina

La Curcuma longa è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Zingiberacee, sviluppa un rizoma (la porzione sotterranea del fusto), che viene raccolto una volta all’anno, bollito, seccato e polverizzato. Ne risulta alla fine una polvere, all’interno della quale è presente la preziosa curcumina. Solitamente viene venduta già macinata in quanto il rizoma è molto duro da triturare. Si trova nella maggior parte dei supermercati nel reparto delle spezie, in drogherie specializzate o nei negozi di alimentari indiani. Il suo gusto è delicato e il colore è giallo, brillante e intenso, e può variare nella tonalità.

La curcuma, “scoperta” nel 1280 da Marco Polo in Cina, viene tuttora importata da luoghi tropicali quali India e Cina.

Una volta acquistata una curcuma di buona qualità, è bene prendere l’abitudine di aggiungerla ad ogni piatto, anche se può costituire ancora una novità per il palato occidentale. A crudo può avere un sapore più ruvido pertanto gli indiani la sottopongono sempre a cottura, in quanto questa spezia ammorbidisce il sapore quando viene cucinata. E’ sufficiente scaldare poco olio d’oliva in una padella e aggiungervi la curcuma a pioggia, mescolando affinché non bruci: se la spezia è fresca se ne sente presto sprigionare il profumo.

Utilizzarla in cucina è davvero semplice, è sufficiente ricordarsi di aggiungere una punta di cucchiaino a persona, durante la cottura di ogni pietanza . Ad esempio si può far scaldare un po’ di olio in una padella, aggiungere la curcuma e infine delle verdure tagliate da far saltare, muovendole di continuo e lasciandole un po’ croccanti. Oppure si può aggiungere la curcuma nelle ricette classiche di carne o pesce, o anche aggiungerla durante la cottura pilaf del riso o nelle minestre di legumi.

Da non confondere il curry , più saporito, con la curcuma, dal sapore decisamente più delicato. Il curry infatti non è una spezia ma una combinazione di spezie che gli inglesi inventarono nel 1700 includendo tipicamente coriandolo, cumino, fieno greco, pepe nero e l’immancabile curcuma, che gli conferisce la sfumatura gialla. Il curry usato in occidente è una miscela standard di spezie che però non prese mai piede in India dove le spezie vengono abbinate al momento con combinazioni differenti a seconda dell’aroma che si vuole impartire al piatto. La concentrazione in curcumina del curry è evidentemente inferiore e proporzionale alla misura in cui si usa la curcuma nella composizione della polvere.

L’uso della curcuma, ad oggi, non giustifica la sospensione della statina nella prevenzione primaria o secondaria della cardiopatia ischemica.

Nota: Articolo scritto dalla Dott.ssa Annarita Aiuto per il Centro Cardiovascolare Azienda per i Servizi Sanitari n. 1 Triestina

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